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Apr 10, 2024

Rapporti scientifici volume 13, numero articolo: 12895 (2023) Citare questo articolo

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Le prime incisioni europee, realizzate in avorio di mammut, raffigurano animali, esseri umani e antropomorfi. Si trovano nei primi siti dell'Aurignaziano del Giura Svevo in Germania. Nonostante l'ampia diffusione geografica dell'Aurignaziano in tutta Europa, queste incisioni non hanno controparti contemporanee. Qui documentiamo un piccolo, intrigante oggetto, che fa luce su questa unicità. Trovato presso la Grotte des Gorges (Giura, Francia), in uno strato inserito tra contesti aurignaziani e datato a c. 36,2 ka, l'oggetto reca tracce di modifiche antropiche che indicano un'incisione intenzionale. Analisi microtomografiche, microscopiche, tridimensionali della rugosità e dei residui rivelano che l'intaglio è un frammento di una grande ammonite, modificata per rappresentare una testa di caniformia decorata con intagli e probabilmente trasportata per lungo tempo in un contenitore macchiato di ocra. Pur ottenendo una miniaturizzazione simile al Giura svevo, l'esemplare della Grotte des Gorges mostra caratteristiche originali, indicando che l'artigiano emulava le sculture in avorio introducendo significative innovazioni tecniche, tematiche e stilistiche. Questa scoperta suggerisce un basso grado di connettività culturale tra i gruppi di cacciatori-raccoglitori del primo Aurignaziano nella produzione della loro cultura materiale simbolica. Il modello si conforma all’esistenza di confini culturali che limitano la trasmissione di pratiche simboliche lasciando spazio all’emergere di espressioni regionali originali.

Le scoperte fatte negli ultimi due decenni hanno chiarito che le espressioni artistiche che riflettono comportamenti simbolici non sono emerse in Europa 40.000 anni fa come risultato di una rivoluzione cognitiva1,2, ma sono apparse in un lungo arco di tempo in diverse regioni del mondo ed hanno espresso assumersi forme diverse e via via più complesse3. Precoci e isolati esempi di incisioni astratte si trovano in siti datati tra 500 e 350 ka4,5,6 e sono più numerosi e circoscritti regionalmente dopo 150 ka7,8,9,10,11,12,13,14,15,16 ,17,18,19. La realizzazione di strutture monumentali in grotte profonde, forse utilizzate a scopo simbolico, risale al 170 ka20. L'uso del corpo umano per trasmettere significati simbolici con ornamenti personali è attestato dopo 140 ka nel Nord e Sud Africa21, così come nel Levante22,23. Sebbene i pigmenti minerali siano considerati un ambiguo proxy per pratiche simboliche a causa del loro uso etnograficamente attestato per scopi funzionali24, molti autori ritengono che, dopo la loro comparsa iniziale a partire da 500 ka in Africa e 400 ka in Europa, il loro uso sistematico nei siti dell'Africa meridionale dopo 160 ka supporta le loro implicazioni in attività mediate simbolicamente24,25, come dimostrato dal rivestimento di ornamenti personali con ocra rossa21,26 e dalla sua sbavatura sulle incisioni16. I primi segni simbolici possibili sulle pareti delle caverne si trovano in Europa e risalgono al 63 ka27, mentre le più antiche rappresentazioni figurative conosciute risalgono al 45 ka, come documentato da diversi siti delle Isole del Pacifico dell'Asia sudorientale28,29,30. In Europa, dipinti figurativi e incisioni su blocchi e pareti di caverne sono conosciuti fin dal 39 ka, ad esempio, 31,32,33. Le prime incisioni tridimensionali provengono da siti del Giura svevo, in Germania, e sono attribuite alla cultura dell'Aurignaziano antico e datate tra il 40 e il 38 ka34,35.

Le prime incisioni europee assumono la forma di piccole figurine realizzate in avorio di mammut che rappresentano animali, esseri umani e antropomorfi. La loro omogeneità e raffinatezza tecnologica e stilistica sostiene una tradizione artistica regionale ben consolidata35 che non sembra avere controparti contemporanee, nonostante il primo Aurignaziano sia presente in tutta Europa, dalla Spagna alla Polonia. Le quattro sculture contemporanee conosciute provenienti dall'Europa differiscono notevolmente dal punto di vista tematico, stilistico e tecnologico dagli esemplari svevi. Il cosiddetto Trou Magritte “Venere” (Belgio)36 e l'abri Blanchard “fallo” (Francia)37 sono oggetti conici con un solco che delimita una punta arrotondata, senza equivalenti in Germania. La “testa” Kostenki 14 (Russia), anch'essa in avorio, è un oggetto sferico con una scanalatura circolare che forse rappresenta un collo umano38. La “Venere” di Galgenberg (Austria) è realizzata in serpentino verde e raffigura una sagoma umana in due anziché tre dimensioni39. In contrasto con la documentazione aurignaziana, il successivo tecnocomplesso gravettiano (32-26 ka), anch'esso presente in tutta Europa, presenta incisioni tridimensionali, che rappresentano principalmente donne, in una varietà di stili, materie prime e dimensioni40. Questo modello solleva la questione del perché una specifica pratica artistica innovativa, come la produzione di sculture tridimensionali, possa rapidamente diventare una tradizione consolidata in una regione pur non essere adottata da gruppi vicini che altrimenti condividono lo stesso adattamento culturale. Siamo di fronte a gradi differenziali di connettività in domini culturali distinti tra i cacciatori-raccoglitori del Paleolitico superiore con forti somiglianze nella caccia e nelle tecnologie domestiche, e meno nelle pratiche simboliche?